LA CRISI CHE UCCIDE: ARCHITETTO SENZA LAVORO S’IMPICCA

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A tutti gli Architetti PPC

della provincia di Catanzaro

Quale sia la reale dimensione di ciò che questo paese sta attraversando non è possibile apprezzarlo dai giornali o dalle televisioni ed è purtroppo vero che ciò che non viene vissuto sulla propria pelle resta per il prossimo un titolo come un altro. Forse non ci si può fare nulla per il colpevole distacco che ciascuno vive rispetto al prossimo suo, probabilmente in ragione dei ritmi inquietanti cui siamo costretti, più probabilmente perché la deriva che stiamo vivendo non è che l’effetto di anni in cui il senso della comunità non è stato tema vissuto o trattato ad alcun livello sociale se non all’interno delle nostre famiglie.

Abbiamo lasciato che qualche giorno passasse dalla data della scomparsa del nostro collega di Catania affinchè queste poche righe non nascessero dall’onda del dolore od addirittura del risentimento, ma siccome l’enormità dei sentimenti che questa nuova tragedia ha scatenato nel cuore di ogni collega non vuole lenirsi, lasciamo alla sensibilità di chiunque voglia leggere l’interpretazione di ciò che muove le dita su questa tastiera.

Passiamo il tempo per cercare lavoro. Non a spendere soldi in nero riflettendo di cosmogonia sdraiati su una spiaggia tropicale, ma a cercare di dare sostentamento alle nostre famiglie. Un lavoro che ogni giorno è più difficile trovare. Quando riusciamo a trovarlo dobbiamo combattere contro burocrati, a volte poco competenti, sovente disinteressati, per i quali analizzare la nostra pratica oggi, domani, tra una settimana od un mese non fa alcuna differenza. Loro lo stipendio tra una settimana lo prenderanno. Noi tra una settimana dovremo pagare i collaboratori, il fitto, i fornitori, le bollette, INARCASSA, la TASI, l’I.V.A., l’anticipo I.R.P.E.F.. Per noi oggi o domani fa differenza. Tra una settimana fa grande differenza. Tra un mese può voler dire lacrime, la necessità di un prestito o peregrinazioni alla ricerca di qualche soldo che avanzavi da chissà quanto tempo. E devi andare a chiederli per favore i soldi che ti devono, perché se ci litighi e fai causa al cliente, passano anni ed anni anche di fronte a regolari contratti firmati, prestazioni palesemente espletate e crediti manifesti.

Se poi ti aggiudichi una gara pubblica non c’è dubbio che passeranno anni di anticipazioni prima di vedere le tue spettanze. Ed un po’ ti innervosisci a sentirti dire “si, ma sono soldi sicuri e prima o poi li prendi”, perché a casa hai magari dato la cattiva abitudine di mangiare tutti i giorni e quel “poi” mal si concilia con questa antiquata abitudine.

In compenso a queste quotidiane dinamiche siamo percepiti come ricchi evasori fiscali che passano le giornate nel benessere. Lo Stato, per il quale come per noi c’è grande differenza tra oggi e domani, pretende pagamenti abbondanti, precisi e complessivi anche in assenza dei necessari guadagni perché, dice, altrimenti sei “non congruo”.

Ed ha ragione. Sono non congruo. Siamo tutti non congrui. Siamo tutti assolutamente non congrui a questo sistema in cui ciascuno è stato abbandonato a se stesso a lottare contro mulini a vento.

Ma insieme a noi c’è chi guida questa Nazione, ad ogni livello, che è totalmente non congruo con la nostra Costituzione, che all’articolo 4 recita “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.”

Lo sappiano tutti. Chiunque, ad ogni livello avrebbe potuto fare qualcosa perché quel collega non si sentisse costretto ad un gesto estremo e disperato, più grande di lui e di tutti noi che lo piangiamo come un fratello. Lo sappiano tutti: siete non congrui.

Oggi tutto l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Catanzaro si stringe attorno alla famiglia del nostro Collega affinchè sappiano che dietro l’amorevole sorriso che ciascuno di noi gli rivolge per fargli coraggio, si nasconde un loro familiare che nutre purtroppo il medesimo soffocante, opprimente, doloroso timore per il futuro.

Il medesimo affetto giunga ai colleghi catanesi tutti cui oggi più che mai siamo affraternati ed ai quali diamo appuntamento a presto, affinchè insieme si possa porre in essere tutto ciò che è nelle comuni possibilità affinchè tragedie come questa non abbiano più a verificarsi, poiché abbiamo ricevuto un mandato di tutela da parte dei colleghi che ci hanno onorato con il loro voto e lo espleteremo.

Il Consiglio dell’Ordine degli Architetti PPC

Il Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC

Arch. Giuseppe Macrì

Il Segretario dell’Ordine degli Architetti PPC

Arch. Eros Corapi